Lesioni da decubito: trattamento e alimentazione in RSA
Ogni anno le lesioni da decubito, dette anche lesioni da pressione, colpiscono circa 60 000 pazienti in tutto il mondo, portando alla morte oltre 30 000 anziani. L’alimentazione gioca un ruolo importante nella prevenzione e nella cura di tali ulcerazioni. Scopriamo come.
Le lesioni da decubito (LDD), conosciute anche come lesioni da pressione, piaghe da decubito, decubiti o ulcere da pressione sono ulcerazioni dei tessuti molli provocate da una compressione prolungata nel tempo tra prominenze ossee e superfici esterne dure. La cura dei decubiti, o nel migliore dei casi la prevenzione, è un processo piuttosto complesso in quanto richiede attenzione su diversi aspetti: medicazione, postura, ausili antidecubito, intervento di diverse figure specialiste e alimentazione.
La creazione di un piano alimentare specifico deve da un lato garantire il recupero e la conservazione dell’integrità della cute e dall’altro prevenire barriere di digiuno e offese alle vie respiratorie, garantendo un adeguato introito idrico e calorico.
Ma in che modo, concretamente, il trattamento e la prevenzione delle lesioni da pressione dipendono dall’alimentazione? E cosa può fare una RSA con pazienti affetti da tale patologia?
È possibile seguire un protocollo con le seguenti fasi:
1. Studio del paziente sotto il profilo dell’integrità cutanea
Prima dell’effettivo ingresso in struttura, è necessario verificare se, dove e a che livello il paziente è affetto da lesioni da decubito.
2. Messa in atto delle misure di prevenzione e trattamento
Successivamente si procede con la pianificazione di medicazione, igiene e cambio posture, l’assegnazione di ausili antidecubito e lo studio della gestione dei fattori di rischio intrinseci.
3. Feeding-Parallela
Parallelamente alle prime due fasi, il professionista addetto all’alimentazione e all’idratazione deve verificare e valutare i fattori che possono ostacolare la capacità di alimentarsi, come la disfagia o altre malattie che incidono sull’assimilazione dei nutrimenti (malattie oncologiche o metaboliche, deficit di assorbimento, diarrea e vomito) e sulla qualità dell’alimentazione (diabete, diverticoli, allergie, etc.)
4. Consulenza nutrizionale specialistica
In seguito, uno specialista, quale dietista, dietologo o nutrizionista, si occuperà di calcolare il BMI, la percentuale di massa grassa e magra e il fabbisogno nutrizionale giornaliero al fine di creare un piano dietetico specifico per il paziente.
5. Intervento interdisciplinare feeding correlato
Infine, è estremamente importante che gli operatori della struttura RSA siano formati per collaborare al meglio con i tecnici professionisti. In questo senso deve esserci un affiancamento al team socioassistenziale nelle attività riabilitative e preventive alle lesioni da decubito.
Grazie al nostro team di dietisti, specialisti della nutrizione, tecnologi alimentari e consulenti, IOSANO può supportarti in tutte le fasi di monitoraggio dello stato nutrizionale del paziente, fornendo assistenza con soluzioni alimentari rivolte ai pazienti disfagici complete e sicure al 100% al fine di cercare di intraprendere azioni che possano portare a prevenire o attenuare le lesioni da pressione.
La struttura sanitaria che si avvale della soluzione IOSANO avrà pertanto a disposizione un team di esperti sia per la pianificazione e la gestione del piano alimentare sia per il monitoraggio dello stato nutrizionale dei pazienti.
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autore: Giulia Macrì, fonte: IOSANO
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