Metodo Humanitude: come migliorare la qualità della vita nelle case di cura

L’invecchiamento è spesso accompagnato da disabilità che favoriscono l’insorgere di comportamenti di agitazione, che possono manifestarsi in alcune situazioni della vita quotidiana, come ad esempio al momento del bagno e della doccia. Per assicurare un miglioramento del benessere degli ospiti delle case di cura, arriva dalla Francia una nuova metodologia: si chiama Humanitude e nasce da un’idea di Yves Gineste e Rosette Marescotti, sviluppata poi attraverso una rete di istituti di formazione autorizzati.

Questo metodo si propone come un passo avanti verso il miglioramento del benessere e della qualità della vita nelle case di cura ed ha ricevuto il plauso anche di Pascale Boistard, nuova Segretaria al Ministero degli Affari sociali e della Sanità.

I principi sono racchiusi in 5 motti:

  1. Nessuna cura forzata, senza abbandonare la cura
  2. Rispetto per l’individuo e per la sua intimità
  3. “Vivere” e “morire” in piedi
  4. Apertura della struttura verso l’esterno
  5. Luoghi dove si vive, luoghi che danno voglia di vivere

downloadAlcune case di cura per anziani hanno già aderito, scegliendo di formare il personale utilizzando la metodologia Gineste-Marescotti e di monitorare i risultati, agendo quindi come casi pilota. I primi risultati sono molto positivi: è stato riscontrato migliorato considerevolmente la percezione del benessere dei residenti e degli operatori sanitari, mentre si è registrata una diminuzione del 7% nel consumo di neurolettici.

Gli obiettivi della metodologia per il futuro sono chiari:

Promuovere e affermare la qualità del lavoro e l’impegno al trattamento positivo nelle strutture e nei servizi sanitari, sociali, mediche e sociali, tra cui case di cura e strutture residenziali per anziani

– Sostenere un miglioramento dinamico della qualità della vita delle persone in conformità con le normative e le raccomandazioni di buone pratiche correnti

– Fornire un punto di riferimento per gli anziani, le loro famiglie e i professionisti che li assistono.

Le tecniche sono approdate solo da due anni in Italia, ma sono molto promettenti: riconsegnano all’atto di cura il significato del “prendersi cura”, un concetto che è alla base della filosofia e delle pratiche Humanitude.