Come trattare la disfagia in RSA 

La ristorazione gioca un ruolo importantissimo all’interno delle RSA e influenza di gran lunga il modo in cui i pazienti vivono il soggiorno all’interno della struttura. Infatti, il cibo non ha solo una valenza nutrizionale, bensì anche psicologica e persino terapeutica. Attraverso il cibo non solo otteniamo le sostanze nutritive di cui abbiamo bisogno per vivere, ma gustiamo diversi sapori e ci regaliamo momenti piacevoli, soprattutto quando mangiamo quello che più ci piace. E questo vale per tutte le età.

In particolar modo, per i pazienti anziani e fragili, un’adeguata e piacevole nutrizione può apportare diversi benefici, e sul piano fisico e sul piano psicologico:

  • migliora la prognosi riducendo le complicanze,
  • contribuisce alla prevenzione e alla cura di molte patologie connesse alla malnutrizione,
  • regala momenti piacevoli legati alla riscoperta dei gusti e dei sapori che richiamano dolci ricordi del passato.

Come garantire, però, la stessa piacevolezza del cibo ai pazienti disfagici?

Innanzitutto, occorre riconoscere il livello di disfagia. Molto spesso, infatti, non viene diagnosticata e dunque si continua a mangiare normalmente, provocando gravi effetti collaterali. Secondariamente, è necessario rispondere con un programma nutrizionale adeguato al paziente e pensato anche sulla base delle altre patologie. Infine, la dieta per pazienti disfagici deve tenere conto sia delle esigenze nutritive e delle patologie sia della qualità di vita. 

In altre parole, il mondo della ristorazione e quello sanitario devono incontrarsi per fornire una soluzione ai pazienti disfagici che permetta loro di mangiare in sicurezza e, allo stesso tempo, di non rinunciare al gusto e ai sapori tradizionali. 

A tal proposito cuochi, nutrizionisti, dietisti, logopedisti, geriatri infermieri e tutti gli operatori sociosanitari devono lavorare in sinergia, ciascuno apportando il proprio contributo, al fine di fornire un’adeguata soluzione alla disfagia. 

Quali caratteristiche deve avere un menu per disfagici?

Prima di tutto deve presentare una costanza reometrica sicura, senza variazioni nella viscosità e nella coesione. Secondariamente, deve soddisfare il fabbisogno nutrizionale giornaliero. Infine, i piatti del menu devono essere vari e riconoscibili nei colori e nel gusto.

Chiaramente, il percorso nutrizionale deve essere affiancato da screening nutrizionale degli ospiti, ovvero dal costante monitoraggio nutrizionale. Solo così sarà possibile adattare il percorso nutrizionale alle esigenze specifiche del paziente.

WEBINAR GRATUITO: LA DISFAGIA IN RSA

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FONTE: IOSANO
Editor: Giulia Macrì