Come somministrare farmaci ai pazienti affetti da disfagia
La somministrazione delle medicine è fondamentale per l’efficacia della terapia farmacologica. La via orale, con l’uso di medicinali a consistenze non modificate, è la via più utilizzata, sia nelle strutture ospedaliere sia a casa. Tuttavia, in alcuni casi è impossibile somministrare le medicine in via orale senza modificare le consistenze dei farmaci, come nel caso dei pazienti disfagici.
In questo caso si attua la manipolazione delle forme farmaceutiche solide per far sì che il paziente possa portare avanti la terapia. Nel caso in cui, però, questa manipolazione non venga fatta correttamente ci possono essere degli effetti indesiderati anche gravi.
Uno studio relativo a una RSA di Milano ha rilevato che su 2639 somministrazioni orali circa il 30% è manipolato. La causa fondamentale della manipolazione è risultata essere la disfagia, seguita dalla necessità di camuffare il farmaco perché il paziente non lo voleva assumere. In generale, la manipolazione dei farmaci è piuttosto diffusa in Italia così come all’estero.
Forme farmaceutiche che hanno bisogno di essere manipolate
Non tutti i medicinali hanno bisogno di essere manipolati per essere assunti da pazienti disfagici. Lo sciroppo, le sospensioni gel e le soluzioni gocce, ad esempio, non creano alcun rischio in quanto presentano già la giusta reologia per la somministrazione a pazienti affetti da disfagia.
Anche le polveri, che solitamente creano liquidi privi di scorie, non richiedono manipolazioni, ma devono essere addensate prima della somministrazione. L’accorgimento necessario qui è evitare il contatto tra l’addensante e il principio attivo. Gli addensanti sono degli zuccheri ingombranti che assorbono acqua e rendono la soluzione più densa. Se iperconcentrati possono impedire l’assorbimento dei carboidrati. Quindi attenzione a non utilizzare troppo addensante.
Diversamente, le forme farmaceutiche solide, quali compresse, capsule e confetti necessitano della manipolazione in quanto se somministrate in modo tradizionale, ovvero con acqua, formano comunque una doppia consistenza e quindi sono vietate al paziente con problemi di deglutizione.
Come manipolare i farmaci
La manipolazione dei farmaci richiede una procedura ben precisa che deve essere seguita scrupolosamente. Le figure di riferimento sono il farmacista e il medico. Quest’ultimo, prima di tutto, deve cercare di utilizzare forme farmaceutiche che non richiedono manipolazione, come le gocce, o in extremis trovare una forma farmaceutica che possa essere manipolata.
Manipolare il farmaco significa romperlo attraverso il taglia pillole. Esistono alcune regole che devono essere rispettate nella manipolazione del farmaco:
- polverizzare un farmaco per volta,
- pulire il mortaio ad ogni farmaco,
- non mescolare polveri di farmaci diversi,
- polverizzare poco prima della somministrazione,
- evitare l’uso di contenitori della polvere ottenuta,
- somministrare un farmaco alla volta.
I rischi della manipolazione delle forme farmaceutiche
Non tutti i medicinali possono essere manipolati, in quanto alcuni perdono la loro efficacia e nei casi più gravi possono essere addirittura dannosi per chi li manipola o chi li ingerisce (cancerogenicità, teratogenicità e allergia da contatto). Tra i farmaci non manipolabili vi sono le compresse a rilascio modificato (a rilascio ritardato, a rilascio prolungato e gastro resistenti), i farmaci a basso indice terapeutico e altri farmaci come steroidi e ormoni.
Se vuoi saperne di più sulla manipolazione dei farmaci per la somministrazione ai pazienti disfagici guarda il video a cura del Dottor Gianfranco Paccione, il quale spiega in dettaglio tutti gli aspetti della manipolazione dei farmaci.
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