Come rendere piacevole il pasto ai pazienti disfagici
La disfagia, ovvero la difficoltà a deglutire cibi e bevande, viene vissuta come un vero e proprio disagio da parte dei pazienti che ne sono affetti, in quanto questi ultimi non riescono a godere più dei sapori del pasto, il quale, al contrario, diventa fonte di preoccupazione e di rischio per la propria salute. Ciò comporta un ulteriore problema: la malnutrizione. Come rendere, dunque, sicuro e piacevole il pasto per coloro che soffrono di disfagia?
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L’importanza della memoria alimentare
La ricerca di sensazioni positive nei cibi è particolarmente importante negli anziani, nei pazienti affetti da disfagia e nelle persone fragili che necessitano di ritrovare il piacere del pasto, senza vedere quest’ultimo unicamente come una funzione nutritiva. I cibi che evocano familiarità e serenità sembrano in parte diversificati nei due sessi – gli uomini sembrerebbero preferire pasta e carne in quanto richiamano l’accudimento materno, mentre le donne i dolci poiché evocano ricordi legati alla preparazione dei piatti – e nelle persone con origine straniera. (Leggi anche come trattare demenza e disfagia nei pazienti di origine straniera.) In generale, è abbastanza comune che gli ospiti delle case di riposo chiedano ai cuochi di cucinare le loro ricette preferite. Si tratta spesso di pietanze semplici e tradizionali, alle quali sono particolarmente legati non solo perché ne amano il sapore, ma anche perché sono in grado di rievocare in loro i ricordi più belli della loro vita. Il cibo diventa quindi il filo conduttore e il legame con un’esperienza molto più ampia, che va al di là del semplice pasto e che abbraccia il vissuto dell’anziano, sostenendo la sua memoria e la sua identità attraverso la condivisione dei suoi ricordi.
Memoria alimentare e disfagia
Con l’età, però, i sensi si affievoliscono, il numero delle papille diminuisce e l’apparato diventa complessivamente meno sensibile. In medicina si parla di presbifagia: un processo degenerativo fisiologico che coinvolge tutto l’apparato gustativo. È una condizione che, pur non essendo propriamente patologica, espone la persona anziana a un maggior rischio di malnutrizione o di affezioni respiratorie. Questo problema coinvolge dal 40% al 60% della popolazione anziana istituzionalizzata.
Invecchiando, ripercorriamo a ritroso il processo di maturazione e iniziamo ad apprezzare di meno i gusti. L’apprezzamento visivo dei cibi così come la memoria del gusto stimolano il ricordo della gratificazione procurata dal cibo, aiutando l’anziano a nutrirsi adeguatamente e a continuare ad apprezzare ricette che ha sempre assunto e gustato con gioia.
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Fonti: IOSANO
Editor: Giulia Macrì
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