Alimentazione e demenza: quanta strada è stata percorsa e quanto c’è da fare

Le indicazioni del World Alzheimer Report 2022

È stato recentemente pubblicato il “World Alzheimer Report 2022” all’interno del quale sono affrontati tutti gli argomenti che ruotano intorno a questa malattia degenerativa, con particolare attenzione al tema dell’alimentazione. Il documento presenta alcune raccomandazioni sul tipo di alimenti da proporre e sulle soluzione del percorso alimentare da adottare nell’evolversi della malattia, in relazione alle varie stadiazioni e ai possibili quadri clinici.

Alimentazione e malattia in fase avanzata

Con il progredire della demenza, gli individui possono diventare incapaci di riconoscere e comunicare la fame e la sete. Possono verificarsi problemi comportamentali come confusione, agitazione, ansia e aggressività che turbano l’esperienza del pasto, oppure l’iperattività.

Nelle fasi avanzate della malattia, la debolezza fisica, la perdita delle capacità motorie e ll’inclinazione a distrarsi rendono l’alimentazione sempre più difficile.

I pazienti perdono la capacità di usare utensili o riconoscere i cibi, iniziano possono mangiare alimenti non commestibili o rifiutano del tutto l’alimentazione. La disfagia è spesso presente negli ultimi stadi, diventando un grave fattore di rischio in particolare per la polmonite ad ingestis,

Tipologia di alimenti e stato nutrizionale

Il mantenimento e il miglioramento dello stato nutrizionale è parte integrante dell’assistenza sanitaria di una persona affetta da Alzheimer  poiché la perdita di peso e la malnutrizione sono state associate alla progressione della condizione e al declino cognitivo.

Nel report si evidenzia la necessità di porre attenzione sul tipo di alimenti da assumere, con quattro indicazioni principali:

  1. preferire alimenti ricchi di vitamine, fibre e proteine;
  2. limitare il consumo di alimenti grassi, che potrebbero influire negativamente sui sistemi cardiovascolari complicando il quadro;
  3. utilizzare se necessario integratori alimentari nei casi di grandi difficoltà così da soddisfare i fabbisogni e aiutare a mantenere un adeguatostato nutrizionale e BMI. .
  4. evitare il consumo di cibi ultra-elaborati, in quanto hanno un valore nutrizionale scarso e poco equilibrato rispetto ai vari nutrienti.

Nella predisposizione e realizzazione dei piani nutrizionali sarà inoltre sempre necessario considerare le restrizioni nutrizionali legate a condizioni mediche specifiche (ad es. diabete, malattie intestinali, insufficienza renale), così come tenere sempre presenti i fabbisogni nutrizionali in base alle caratteristiche antropometriche, anagrafiche e al livello di attività.

  • Gusto e attenzione all’ambiente

Il “World Alzheimer Report 2022” pone inoltre l’accento sui gusti e le preferenze alimentari, e sulla cura del contesto in cui il paziente si alimenta.

La scelta dei menùdovrebbe essere effettuata tenendo conto delle abitudini alimentari della persona, dei suoi gusti e preferenze, che possono essere influenzate da tradizioni culturali e religiose ma soprattutto dall’esperienza personale.

È inoltre necessario tener conto che, per contrastare la perdita graduale del gusto e dell’olfatto, i cibi fortemente aromatizzati con spezie e aromi naturali possono essere una valido strumento per stimolare l’appetito.

Durante il pasto e gli altri momenti della giornata alimentare anche il contestoè importante.

I pasti dovrebbero essere consumati in un ambiente tranquillo e piuttosto silenzioso. I rumori forti provenienti dalla radio, dalla televisione o dai dispositivi elettronici, dovrebbero essere scoraggiati a favore di musica rilassante o di un contesto sonoro familiare.

Fatta salva l’esigenza di un contesto il più possibile sereno è comunque necessario tener conto che, come dimostrato da vari studi, mangiare in compagnia degli altri aumenta l’assunzione di cibo.

Piatti, tovaglie e tovaglioli dovrebbero essere semplici nello stile e in colori contrastanti rispetto al colore delle pietanze per rendere più facile distinguere il cibo. Allo stesso modo, dovrebbero essere forniti al paziente solo gli utensili necessari per il consumo del pasto al fine dievitare il rischio di confusione.

Rifiuto del cibo, attività fisica e appetito

Con il progredire della malattia, le persone affette da demenza spesso vivono una diminuzione del loro appetito. Dal punto di vista sanitario, occorre fare attenzione che ciò non sia causato da una modifica della terapia farmacologica.

Ma l’appetito potrebbe ridursi anche per la mancanza di attività fisica; per questo i pasientidovrebbero essere incoraggiati a essere fisicamente attivi,  con semplici esercizi o con attività da svolgere con regolarità come camminare e fare giardinaggio.

Lo scarso appetito può anche derivare da problemi di masticazione, da qui l’importanza di garantire regolarmente la salute dentale e orale.

Man mano che la disabilità motoria si sviluppa e l’alimentazione autonoma diventa più difficile, gli alimenti possono essere serviti in ciotole o piatti più agevoli, possono essere proposte tazze con manici, bicchieri e posate ergonomiche e comunque specifiche per facilitare il paziente.

Alimentazione, disfagia e demenza: il futuro

Quando si parla di alimentazione e Alzheimer, gli argomenti sono davvero tanti e gli scenari molto ampi. Sono dunque necessari studi randomizzati e molti approfondimenti. Possiamo in ogni caso affermare che sul tema si riscontra una crescente attenzione in Europa e in Italia, che si orienta verso alcuni elementi principali:da tenere in considerazione per il futuro:

  1. lo sviluppo di nuove soluzioni alimentari che siano finalizzate a garantire sicurezza ed efficacia nutrizionale ma mantengano vivi gli aspetti organolettici, emozionali e affettivi dell’alimentazione;
  2. la formazione continua nello sviluppo di una cucina a misura di malato, e in particolare in caso di demenza con disfagia;
  3. lo studio dell’ambiente dove si assume il cibo e degli ausili per alimentarsi.

E’ quindi auspicabile che, a partire anche da soluzioni già in essere nella pratica clinica, si sviluppi un confronto costante e si mettano in atto gli studi necessari per definire le buone pratiche e le soluzioni ottimali, a fronte della centralità che una alimentazione efficace da ogni punto di vista riveste nel percorso di cura.

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Fonte: IOSANO
Editor: Patrizia De Santo

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