Disfagia e alimentazione
Il cibo come nutrimento, il cibo come piacere
Conversazione con Melissa Mariotti, logopedista e coautrice del capitolo “Disfagia e alimentazione: il cibo come nutrimento, il cibo come piacere”, dal libro “A cena in RSA: Nutrizione, Gusto, Cultura”, Maggioli Editore.
Disfagia e alimentazione: come far ritrovare il piacere del cibo al soggetto affetto da disfagia?
Per quanto riguarda la possibilità di far ritrovare il gusto dell’alimentazione nel paziente con disfagia, molto sta nella qualità dei pasti proposti. Dovendo infatti adattare le consistenze dei cibi alle esigenze delle capacità deglutitorie, molto spesso l’appetibilità passa in secondo piano. È quindi necessario curare l’aspetto e il gusto di ciò che viene proposto.
L’approccio sociale al cibo in RSA: come ricrearlo?
Il momento condiviso del pasto necessita di tempi specifici, perché questo si possa realizzare in modo sano, corretto e conviviale. Inoltre la possibilità di creare ricette che vadano bene per tutti permette di ridare lo stesso valore sociale anche al cibo per disfagici.
Quali tecniche si adottano presso la Residenza sanitaria assistenziale “Il Giglio”?
Attraverso progetti specifici è stato dato valore al momento del pasto, facendo dapprima un corso per operatori sulle corrette modalità di assistenza al pranzo per gli ospiti disfagici (in particolare per i non autonomi) e successivamente un tutoraggio all’ora di cena, per verificare le reali difficoltà che si possono incontrare in questo tipo di pazienti.
La figura del logopedista in RSA: qual è il suo ruolo rispetto all’alimentazione?
Laddove è stato per me possibile essere presente in RSA, il mio ruolo di logopedista è stato quello di prevenire e valutare le difficoltà deglutitorie degli ospiti e valutare le modalità di alimentazione adottate presso la struttura da parte degli assistenti. Inoltre il logopedista può intervenire nei casi di post ictus, se dovesse esserci un esito con afasia.
Ci vuole raccontare la sua esperienza nella collaborazione con io sano?
Sempre nell’ottica di prevenire i rischi derivanti da un’alimentazione non sicura nella persona con disfagia, la collaborazione con io sano ha voluto ricercare queste caratteristiche di qualità e sicurezza ed è stata un’altra delle azioni intraprese dalla RSA “Il Giglio”. Prima di questa collaborazione, avevamo fatto un incontro per valutare effettivamente la qualità del cibo frullato precedentemente proposto, anche dal punto di vista reologico, ed è stato interessante notare come gli operatori stessi si siano resi conto della scarsa omogeneità di alcune portate, che a un occhio inesperto potevano sembrare sicure per un paziente disfagico.
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